L’inaugurazione si terrà mercoledì 3 dicembre 1997
alle ore 19.00 presso la sede dell’Istituto
Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata, in Roma Via degli
Ausoni, 1 (S.Lorenzo - Palazzo Cerere).
Titolo: Vita da Paparazzo - Rino Barillari, il King - L’informazione da Via Veneto a Lady Diana. Autore: Andrea Nemiz. Prefazione: Achille Bonito Oliva. Introduzione: Paolo Serventi Longhi, Segretario nazionale FNSI - Pag. 144 fotografia in b/n - L. 40.000. (Prezzo in mostra L. 35.000). Editore: Nuova Arnica Editrice - Via dei Reti 19/A 00185 Roma. Per informazioni:
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Il percorso professionale di Rino Barillari è trasversale
ai fasti e ai nefasti della prima e della seconda Repubblica. Giunto a
Roma poco più che adolescente da un piccolo paese della Calabria
egli sigla l’esordio a fianco dell’ultima generazione dei mitici “fotografi
ambulanti”. La sua irrequietezza, la verve innata, l’attitudine alla sfida,
gli agevolano ben presto l’ingresso all’interno di prestigiose testate.
Sarà infatti proprio la moglie dell’editore del Tempo a perorare
la sua assunzione nello staff del quotidiano romano dopo essere stata ripresa
dal “Ragazzo di Calabria”. Gli anni del miracolo economico diventano sinonimo
di “cronaca rosa” mentre la Hollywood sul Tevere, generando le irripetibili
serate di star e vip in Via Veneto, diventa elemento motore di quella produzione
da poco anticipata da Fellini con la figura di “Paparazzo”.
L’obbiettivo di Barillari è sempre in agguato: a volte indulgente (rarissimi i casi) quasi sempre impietoso. Pur riuscendo a instaurare con i suoi soggetti un dialogo (è, in effetti, una precisa strategia) è sempre pronto a sparare fotogrammi a raffica e, colto in fallo il soggetto, a occultare, da vero prestigiatore, il rullino. Gli anni di piombo lo vedono impegnato su fronti ben diversi e alle prese con situazioni totalmente opposte. La cronaca nera entra infatti nel vissuto quotidiano alimentando la stampa di ogni estrazione in sintonia con i tempi ricorrenti della “strategia della tensione”. Il pericolo sembra infondere nuova linfa alla intraprendenza di Barillari, sempre pronto a raggiungere, secondo la migliore tradizione fotogiornalistica, il teatro degli avvenimenti mentre l’evento è ancora in corso e, possibilmente, prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Insieme al campionario di umanità varia, che mette a nudo personaggi e personalità, la mostra romana e il catalogo propongono lo stesso vissuto della Città eterna; un vissuto fatto di scene di vita, di espressioni popolari, di caratterizzazione di personaggi desunti dalla vita di tutti i giorni. Tra questi vanno annoverati persino gli animali che, in situazioni usuali o estreme, vivono in perfetta sintonia nel contraddittorio tessuto metropolitano. Una mostra dalle più diverse chiavi di lettura che avvicina il “lettore” a una realtà sì nota, ma non abbastanza analizzata nelle sue emblematiche sfaccettature. Impossibile, e questo appare veramente un paradosso nel paradosso, dare una classificazione al modus operandi di Barillari. Si può parlare piuttosto di una filosofia professionale, ben sintetizzata da Achille Bonito Oliva nella presentazione al catalogo: “Dio ti vede, Barillari pure. Invitato speciale nella realtà, implacabile occhio fotografico, documenta il privato che ama diventare pubblico. Barillari, con la disciplina dell’antico medico condotto, arriva sempre sul luogo di un’intimità pronta a diventare scena sociale. Con imparziale cannibalismo egli documenta visivamente l’evento di un’apparizione mitica (...)” |